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Efficientamento energetico

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L'energia elettrica a costo zero

IMPIANTO FOTOVOLTAICO A ISOLA - come funziona e perché conviene

4/4/2022

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Il fotovoltaico a isola è un impianto praticamente autonomo, che produce energia per alimentare solo le utenze a cui è direttamente collegato ed è quasi sempre abbinato a delle batterie di accumulo che immagazzinano l’energia in surplus prodotta durante le ore di sole per renderla disponibile nei vari momenti della giornata. Oggi molte persone iniziano ormai a chiedersi seriamente se convenga adottare un impianto fotovoltaico a isola. Cerchiamo di capire cosa è e come funziona.
Fino a poco tempo fa chi voleva dotarsi di un impianto fotovoltaico di tipo residenziale non aveva di fatto altra scelta se non quella di connettersi alla rete elettrica nazionale, stipulando con il GSE un contratto di “scambio sul posto”. Questo meccanismo prevede che la parte di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico ma non immediatamente utilizzata in casa (ossia non autoconsumata) sia immessa in rete, conteggiata e pagata al proprietario dell’impianto fotovoltaico che l’ha prodotta.
Tuttavia, come sa bene chi già impiega questo sistema, il prezzo pagato dal gestore per acquistare i kWh in eccesso è di gran lunga inferiore a quello a cui lo stesso gestore li rivende agli utenti quando ne hanno bisogno, ossia la sera o in periodi di non sufficiente irradiazione solare. Senza contare che questo meccanismo allunga i tempi di ritorno dell'investimento e non sfrutta al massimo le potenzialità dell’impianto per il proprio tornaconto domestico.
Per chi invece l’impianto fotovoltaico ancora non ce l’ha, esiste una valida alternativa alla realizzazione degli impianti connessi alla rete (on-grid, in inglese) come quelli descritti sopra e a cui abbiamo dedicato degli approfondimenti precedenti.

Impianti fotovoltaici con batteria di accumulo
Innanzitutto, per ovviare al problema, la gran parte degli utenti sceglie di aggiungere una batteria di accumulo all’impianto, che permette di elevare il livello di autoconsumo fino all’80-90%. Ma c’è un’opzione ancora più avanzata, dedicata a chi vuole staccarsi del tutto dal gestore elettrico per essere completamente autonomo.

Scegliere un impianto fotovoltaico a isola
Infatti, con la diminuzione del prezzo delle batterie di accumulo e l’aumento della loro durata, molti scelgono di realizzare un impianto fotovoltaico non connesso alla rete, ossia un impianto a isola (off-grid). Il fotovoltaico a isola è un impianto praticamente autonomo, che produce energia per alimentare solo le utenze a cui è direttamente collegato ed è abbinato a delle batterie di accumulo che immagazzinano l’energia in surplus prodotta durante le ore di sole per renderla disponibile nei vari momenti della giornata. Attenzione però: l’impianto non è connesso alla rete, ma la casa può esserlo. Questo significa che per l'impianto a isola va creato un impianto elettrico domestico dedicato a parte, non connesso in rete e che funzioni in autonomia, alimentando carichi che non sono connessi a un POD (punto di connessione).

Impianti a isola stand alone e impianti a isola ibridi
La prima tipologia è quella degli impianti che possiamo definire a isola pura (off grid stand-alone) e del tutto scollegati dalla rete elettrica nazionale, per scelta o per impossibilità. Questi sono sempre ammessi. L’altra tipologia è quella degli impianti a isola ibridi, ossia quelli che sono collegati alla rete elettrica ma solo per prelevare energia in via residuale e in caso di emergenza, con zero immissioni in rete.

Perché scegliere un impianto fotovoltaico a isola
Gli impianti off grid stand alone (isola completa) possono tranquillamente soddisfare i consumi di una famiglia. Non c’è nulla da temere. L’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici viene prima di tutto impiegata per soddisfare i consumi energetici assorbiti dalla casa in quel momento. L’energia elettrica prodotta in surplus durante le ore diurne viene accumulata nella batteria per essere poi utilizzata nelle ore serali o nei momenti di scarsa irradiazione. L’impianto è poi collegato anche al gruppo elettrogeno, che viene attivato solo in caso di bisogno o di emergenza. Ma allora ci sono solo vantaggi? No, un piccolo costo da pagare per questa tipologia di impianto c’è, anche se tutto sommato non è molto rilevante: l’energia che dovesse essere prodotta in eccesso dall’impianto fotovoltaico, dopo aver alimentato i prelievi diurni e dopo aver completamente caricato le batterie, resta inutilizzata. A fronte di questo esiguo pegno da pagare, però, ci sono numerosi e significativi vantaggi.

I principali vantaggi di un impianto fotovoltaico a isola
Il primo vantaggio è che non si deve attivare alcun contratto di fornitura e alcuna convenzione né con e-distribuzione (ex ENEL) o altro gestore né con il GSE. Si risparmiano così tutti i costi per la richiesta di preventivo e per l’allaccio (i “bollettini”) e i costi per pagare i professionisti che devono svolgere le pratiche. Di conseguenza, non si pagheranno neanche tutti i costi fissi che siamo tristemente abituati a trovare in bolletta ogni volta. Il secondo vantaggio è il risparmio in termini di tempo e di semplicità burocratica. Se l’impianto non va realizzato in un centro storico o in una zona soggetta a vincoli particolari (es. paesaggistici), l’unico adempimento per un impianto in regola si risolve in una comunicazione al Comune per attività di inizio lavori in edilizia libera. Il terzo e più importante vantaggio è che qualunque modifica futura si volesse effettuare sull’impianto (ampliamento, sostituzione dei moduli o delle batterie o lo spostamento in altri luoghi) sarà del tutto libera. Non ci sarà bisogno di chiedere permessi o autorizzazioni al gestore di rete o al GSE e senza doversi adeguare ad eventuali nuovi adempimenti o cambi di normativa come già avvenuto in passato. Un ulteriore vantaggio non da poco è che si può installare un impianto fotovoltaico totalmente autonomo e che soddisfi tutti i bisogni di un’abitazione e di una famiglia anche in zone remote o isolate, non raggiunte dalla rete elettrica tradizionale.

https://efficasa.it/blog/fotovoltaico-e-storage/impianto-fotovoltaico-a-isola-come-funziona-e-perche-conviene

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https://www.gse.it/servizi-per-te/fotovoltaico/sistemi-di-accumulo

25/4/2018

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Un Sistema di accumulo è un insieme di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire e rilasciare energia elettrica, previsto per funzionare in maniera continuativa in parallelo con la rete con obbligo di connessione di terzi o in grado di comportare un'alterazione dei profili di scambio con la rete elettrica (immissione e/o prelievo).  I sistemi di accumulo possono essere installati su: impianti solari fotovoltaici incentivati; impianti solari termodinamici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi; impianti alimentati da fonte rinnovabile diversi dai fotovoltaici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi, anche in sostituzione al regime incentivante dei Certificati Verdi; impianti di produzione combinata di energia elettrica e calore costituiti da unità per le quali viene richiesto il riconoscimento del funzionamento come Cogenerazione ad Alto Rendimento e/o il riconoscimento dei Certificati Bianchi; impianti alimentati da fonte rinnovabile che accedono, nell'ambito del Ritiro Dedicato, ai prezzi minimi garantiti nel caso in cui l'energia elettrica è ritirata dal GSE o è commercializzata sul libero mercato; impianti di produzione che accedono allo Scambio sul Posto; impianti alimentati da fonte rinnovabile per i quali è richiesta l'emissione di Garanzie d'Origine. Non rientrano nella definizione di Sistema di accumulo i sistemi utilizzati in condizioni di emergenza (UPS) che entrano in funzione solo in corrispondenza dell'interruzione dell'alimentazione dalla rete elettrica per cause indipendenti dalla volontà del soggetto che ne ha la disponibilità.
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https://www.gse.it/

25/4/2018

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L’Autorità definisce i nuovi corrispettivi 2018 L’Autorità  di regolazione per energia e reti e ambiente (ARERA, prima AEEGSI) ha pubblicato la delibera 882/2017/R/eel, datata 21 dicembre 2017, che provvede all’aggiornamento, per l’anno 2018, delle tariffe obbligatorie relative ai servizi di distribuzione e misura dell’energia elettrica per i clienti finali non domestici, nonché all’aggiornamento delle condizioni economiche per il servizio di connessione alle reti elettriche. In particolare la delibera definisce i nuovi corrispettivi per prelievi di energia reattiva degli utenti BT (>16,5kW) e MT in vigore per l’anno 2018, che sono stati aumentati di circa il 3,5% rispetto a quelli del 2017: Per clienti MT: 0,247 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva tra il 33% ed il 75% dell’energia attiva; 0,318 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva oltre il 75% dell’energia attiva. Per clienti BT: 0,726 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva tra il 33% ed il 75% dell’energia attiva; 0,935 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva oltre il 75% dell’energia attiva. Il valore dei corrispettivi per il rifasamento di bassa e media tensione è infatti fissato di anno in anno dall’ARERA, in funzione del costo di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. Fasce orarieEnergia reattiva compresa tra il 33% ed il 75% dell’energia attiva
centesimi di euro/kVARh Energia reattiva eccedente il 75% dell’energia attiva
centesimi di euro/kVARh
Punti di prelievo di clienti finali in media tensione (tensione nominale compresa tra 1 e 35kV)F10,2470,318
F20,2470,318
F30,0000,000
Punti di prelievo di clienti finali in bassa tensione (tensione nominale inferiore a 1kV)F10,7260,935
F20,7260,935
F30,0000,000
Rimangono invariati i vincoli obbligatori fondamentali della delibera AEEG 654/2015: Il fattore di potenza «istantaneo» in corrispondenza del massimo carico nelle fasce orarie F1 e F2 deve essere almeno pari a 0,9. Tale valore è da intendersi come valore medio nel quarto d’ora di massimo carico. Il fattore di potenza medio mensile deve essere almeno pari a 0,7. Non è consentita l’immissione in rete di potenza reattiva. Nelle fasce F1 e F2 sarà ammesso un assorbimento di energia reattiva non oltre il 33% dell’energia attiva, che corrisponde ad un cosfi pari a 0,95. L’energia reattiva in eccesso sarà fatta pagare in bolletta con penali calcolate sulla base dei nuovi coefficienti. Tali disposizioni per tutti gli utenti allacciati in BT o MT e con potenza impegnata maggiore di 16,5kW sono da rispettare per non rischiare la sospensione del servizio. La delibera 882/2017/R/eel dispone inoltre la proroga al 31 dicembre 2018 del termine per la definizione di criteri di regolazione tariffaria di prelievi e immissioni di potenza ed energia reattiva nei punti di prelievo in alta e altissima tensione. Sono quindi confermati i corrispettivi già in vigore per prelievi di energia reattiva degli utenti AT e AAT: ovvero 0,860 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva tra il 50% ed il 75% dell’energia attiva; 1,100 centesimi di euro/kVARh per i consumi di energia reattiva oltre il 75% dell’energia attiva. Gli utenti AT e AAT sono esentati dai vincoli di cui sopra. La Legge di Bilancio 2018 cambia nome all’Autorità per l’energia, includendo competenze anche in materia di rifiuti. Non più Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (AEEGSI), ma Autorità di regolazione per energia e reti e ambiente (ARERA).​

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https://www.gse.it/

25/4/2018

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Cosa accadrà da qui al luglio 2019 La legge stabilisce una serie di attività a carico dell’Autorità per cercare di traghettare tutti coloro che sono ancora nel servizio di tutela. In particolare allo scopo di rendere più facile la comparazione

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    Sono un perito Industriale e sono un appassionato di energia, l'energia in ogni sua espressione mi erotizza, mi fa sognare e mi da l'entusiasmo di coinvolgere chi mi sta intorno ed il Mondo intero.

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